Cartelle di pagamento, multe e sanzioni, accertamenti fiscali in corso, liti fiscali con ricorsi fino alla Cassazione, sanatorie doganali e piccoli errori formali che non hanno determinato minore imposta: sono tutte le posizioni debitorie che cittadini e imprese potranno sanare con il decreto “Pace Fiscale” la cui entrata in vigore è stata fissata nel 2019 con la relativa Legge di Bilancio.

Dopo l’approvazione al Senato dell’emendamento omnibus al decreto fiscale 2019, sono state introdotte all’interno del decreto altre novità che delineano meglio le intenzioni del governo sullo strumento.

Prima di tutto è stata eliminata la dichiarazione integrativa speciale al 20% che prevedeva un vero e proprio condono sulle somme non dichiarate: ci sarà invece la pace fiscale errori formali, per gli adempimenti fiscali.

Di fatto, con 200 euro per ogni anno interessato dalla sanatoria si potranno risolvere le irregolarità formali nelle dichiarazioni per gli anni dal 2013 al 2017, a patto che non abbiamo determinato minori imposte.

Un’altra novità importante è il via libera per la Guardia di Finanza ad accedere alla Super-anagrafe dei conti correnti senza dover più chiedere autorizzazioni alla magistratura.

All’interno dell’emendamento omnibus è inoltre prevista la cosiddetta ‘rottamazione ter’ a cui saranno ammessi:

– contribuenti che non hanno partecipato alle precedenti rottamazioni

– contribuenti che hanno aderito alla rottamazione bis a patto di pagare entro la scadenza del 7 dicembre 2018, le eventuali rate di luglio, settembre e ottobre 2018 omesse, ottenendo così la proroga automatica del versamento delle restanti somme in 18 rate consecutive di pari importo.

Secondo le intenzioni del governo, stando a quanto dichiarato dal ministro Tria in audizione alla commissione Finanze del Senato, la pace fiscale non sarà un nuovo condono in linea con quelli dei governi precedenti: l’obiettivo è avere un fisco ‘amico’ che favorisca l’estinzione dei debiti e, al tempo stesso, garantisca l’aumento dei consumi per il benessere e la crescita del Paese.

I numeri

Nella nota di aggiornamento al Def (Documento economia e finanza) 2019 sono state destinate risorse per flat tax, reddito di cittadinanza, legge Fornero e pace fiscale anche se proprio quest’ultima, secondo il ministro Salvini, dovrebbe garantire coperture per flat tax e reddito di cittadinanza.  Il ministro Tria rispondendo al “question time” alla Camera, ha spiegato che nella Legge di Bilancio 2019 ci sarà la pace fiscale, con un recupero limitato a 50 miliardi di euro, aiuti per le famiglie numerose più a rischio povertà, non superamento del 3% del Pil e flat tax con semplificazione strutturale del sistema fiscale e una diminuzione del prelievo in modo graduale. Flat tax “forfettari” dovrebbe già partire dall’anno in corso per 1,5 milioni di partite Iva.

Ricapitolando ed entrando maggiormente nel dettaglio, nel testo definitivo del decreto Fiscale 2019 è inserita:

  1. la rottamazione ter delle cartelle notificate dal 2000 al 2017 con definizione agevolata dei carichi pendenti affidati all’agente di riscossione ruoli fino al 2017, cd. rottamazione ter attraverso la quale, il contribuente, ha la possibilità di pagare il capitale senza interessi e sanzioni in 18 rate in 5 anni con una riduzione anche dell’aggio che passa da 4,5% al 2%;
  2. stralcio cartelle fino a 1000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010, con cancellazione automatico del debito da parte dello Stato;
  3. Pace fiscale liti pendenti

Le liti fiscali pendenti sono le controversie che rientrano nell’ambito di giurisdizione tributaria dell’agenzia delle Entrate e riguardano atti impositivi e sanzioni in ogni stato e grado di giudizio dinanzi a: Commissioni tributarie di ogni grado e giudizio o Giudice ordinario, ivi compresa la Corte di Cassazione.

Le liti fiscali pendenti sono quindi tutte le controversie derivate da avvisi di accertamento, provvedimenti di irrogazione sanzioni e ogni altro atto di imposizione, per le quali:

  • è stato notificato l’atto introduttivo del giudizio di primo grado
  • i termini di impugnazione non sono ancora scaduti.

In base a quanto previsto dalla Corte di Cassazione, una lite per essere pendente deve contenere un margine di incertezza tale che è interesse sia del contribuente che dell’amministrazione, definirla.

La pace fiscale 2019 per le liti fiscali pendenti è la nuova edizione della definizione agevolata delle controversie tributarie che entrerà in vigore dal 2019 e che consentirà ai contribuenti, di ottenere la pace fiscale con il fisco, e a loro conseguente chiusura definitiva.

In pratica, il cittadino o l’impresa in possesso dei requisiti per aderire alla pace fiscale 2019, potrà non solo ottenere uno sconto calcolato sul valore della lite fiscale ma potrà anche chiudere definitivamente la lite con l’agenzia delle Entrate.

Non possono beneficiare della pace fiscale, le controversie che riguardano:

  • le risorse proprie tradizionali e dell’IVA riscossa all’importazione;
  • le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato.

I vantaggi nell’aderire alla pace fiscale per le liti tributarie è in caso di soccombenza dell’agenzia delle Entrate dinanzi alla Commissione Tributaria di I° e II°.

In questi casi, il contribuente, può accedere alla pace fiscale e chiudere la controversia tributaria con il pagamento dell’importo ridotto in questo modo:

  • il 40% del dovuto, in caso di vittoria in primo grado;
  • il 15% in caso di vittoria in secondo grado;
  • il 5% per chi è in attesa del giudizio finale della Cassazione, dopo aver già vinto in provinciale e in regionale;
  • il 90% al netto di sanzioni e interessi: per chi ha già presentato ricorso, ma vuole chiudere la lite.

L’importo condonato potrà essere pagato in 5 anni con un massimo di 20 rate trimestrali.

Per aderire alla pace fiscale occorre che:

  • il ricorso in primo grado sia notificato alla controparte entro il 30 settembre 2018.
  • alla data di presentazione della domanda, il processo non si sia concluso con pronuncia definitiva.
  • la domanda per ciascuna controversia, ossia per ogni atto impugnato, sia presentata, con apposito modulo, entro la scadenza del 16 maggio 2019. La domanda è esente dall’imposta di bollo.
  • per ogni domanda sia effettuato un distinto versamento da quale vanno sottratti gli importi già versati che non possono essere rimborsati.

Le controversie definibili non sono sospese ma il contribuente può dichiarare al giudice, di volersi avvalere della sospensione fino al 10 giugno 2019. Se poi entro tale termine presenta copia della domanda e versa gli importi dovuti o a prima rata, il processo è sospeso fino al 31 dicembre 2019.

Per le controversie definibili sono sospesi per 9 mesi i termini di impugnazione, pronunce giurisdizionali e di riassunzione.

L’eventuale diniego della definizione può essere notificato entro il 31 ottobre 2019 con le modalità previste per la notificazione degli atti processuali.

  1. la pace fiscale saldo e stralcio per chi ha un basso reddito ISEE sarà invece inserito nel provvedimento in sede di conversione in legge del decreto fiscale;
  2. proposto da un emendamento della Lega, l’estensione della pace fiscale anche ai “tributi locali” come IMU, ICI, TARI, TASI con la rottamazione ter;
  3. sanatoria errori formali: con pagamento forfettario di 200 euro per ogni anno in cui c’è stata la violazione.