Il giorno 17 novembre 2016 è stata pubblicata l’ultima edizione di “Paying Taxes 2017”, il rapporto di Banca Mondiale e PriceWaterhouseCoopers, che rileva e analizza i costi per imposte e tasse in capo alle aziende e i diversi adempimenti fiscali riferiti al 2015.

I fattori esaminati sono tre:

  • Il Total Tax Rate, ovvero il carico fiscale complessivo per le imprese;
  • Il tempo necessario per i diversi adempimenti relativi alle principali tipologie di imposte e contributi (imposte sui redditi, imposte sul lavoro e contributi obbligatori, imposte sui consumi)
  • Il numero dei versamenti effettuati

Lo studio evidenzia da subito il progresso delle economie globali nella semplificazione e alleggerimento del peso degli adempimenti fiscali sulle imprese. Anche l’Italia, difatti, prosegue su questa strada:

il Total Tax Rate 2015 si attesta infatti, al 62%, rispetto al 64,8% dell’anno precedente;

le ore impiegate per gli adempimenti discali sono 240 rispetto alle 269 registrate nel 2014;

il numero dei pagamenti invece rimane costante (14).

Nonostante l’indicatore mostri ancora uno dei livelli più alti in Europa, il carico fiscale complessivo per le imprese nel nostro Paese, è sceso dal 64,8% al 62. Tale diminuzione è principalmente riconducibile alla deduzione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap e all’incremento dell’aliquota ACE.

Per quanto riguarda la diminuzione delle ore impiegate per gli adempimenti fiscali, il miglioramento dei sistemi elettronici utilizzati per l’adempimento degli oneri fiscali sul lavoro, ha portato ad una riduzione del tempo (240 ore rispetto a 269 ore del 2014).

Secondo la nuova parte della ricerca, la fase più difficile per le imprese è l’interazione con le autorità fiscali dopo la presentazione delle dichiarazioni fiscali, un processo che varia significativamente da una giurisdizione ad un’altra. In Italia il processo è oggetto di profonda evoluzione a fronte di interventi legislativi che hanno rafforzato gli strumenti a disposizione del contribuente per il confronto anche preventivo con le autorità fiscali (come la revisione generale degli interpelli e la previsione di un interpello per i nuovi investimenti).

Il rapporto ha rilevato 162 paesi che prevedono un’imposta sul valore aggiunto (IVA), di cui 93 includono la possibilità per un’impresa di richiedere il rimborso. In Italia le imprese impiegano 51 ore per la richiesta di rimborso IVA, incluso il tempo speso per rispondere alle richieste ricevute nel corso delle verifiche fiscali attivate dall’Amministrazione Finanziaria (14,2 ore la media mondiale; 7,1 ore la media europea). Il tempo di attesa del rimborso è di 86 settimane e include un periodo di sei mesi (26 settimane) che intercorre tra l’acquisto del bene e la presentazione della dichiarazione IVA annuale, non potendo l’impresa nel caso in analisi richiedere il rimborso dell’imposta su base trimestrale (a livello globale 21,6 settimane; a livello europeo 14,8 settimane).

In Italia, le imprese impiegano in media 5 ore per correggere un errore nella dichiarazione dei redditi, in linea con la media europea (16,7 ore è la media globale; 4,7 ore la media europea.

Commento: positivo il miglioramento, ma ben lontani dalla civiltà!

 

Studio Pucci Associati