Secondo la Banca Mondiale e PriceWaterhouseCoopers, l’Italia è il peggior posto in Europa dove fare impresa, almeno per quanto riguarda il prelievo fiscale annuale sul profitto: 64,8% contro una media europea del 40,6%. Sono tre gli indicatori considerati in questa classifica: la pressione fiscale sulle imprese, le ore perse per gli adempimenti fiscali, e il numero di tasse che gravano sulle imprese: su 189 Paesi del mondo analizzati, l’Italia si pone al 137simo posto.

Prelievo sui profitti delle imprese

Venti economie europee hanno fatto riforme per abbassare le aliquote di prelievo sui profitti delle imprese portando ad una riduzione della media europea dal 41,2% al 40,6%.

Nel 2013 la Francia ha registrato il più alto prelievo sulle imprese nella regione europea, ma nel corso del 2014 si è ridotto di 6,2 punti percentuali al 62,7% ed è ora al secondo posto più alto dopo l’Italia, che nonostante un lieve calo dal 65,4% del 2013 al 64,8% del 2014, si posiziona prima per il prelievo fiscale sui profitti delle imprese.

Ore necessarie per gli adempimenti fiscali delle imprese

Nel 2014, in Europa sono state necessarie 173 ore per adempiere agli obblighi fiscali, due ore in meno rispetto al 2013. in Italia, invece, nel corso del 2014 è stata introdotta un’altra tassa sulle imprese che ha fatto aumentare di un’ora il totale delle ore necessarie per gli adempimenti fiscali. In Italia le imprese perdono 269 ore all’anno, a fronte di una media europea di 173 ore e mondiale di 261 ore. Nella zona europea peggio dell’Italia soltanto Polonia (271), Portogallo (275), Ungheria (277), Repubblica Ceca (405) e Bulgaria (423).

Numero adempimenti fiscali delle imprese

In Europa nel 2014 è calato anche il numero degli adempimenti fiscali per le imprese: la media passa da 12,3 del 2013 all’11,5 del 2014. Anche in questo caso l’Italia si trova tra gli ultimi della classe con 14 adempimenti fiscali per le imprese italiane.

Italia: alto cuneo fiscale = alta disoccupazione

L’elevato cuneo fiscale, in alcune economie dell’Europa continentale, è uno dei fattori che più contribuisce all’alto tasso di disoccupazione: Spagna, Italia e Francia hanno tassi di disoccupazione più alti delle principali economie dell’UE e hanno un elevato cuneo fiscale.

Al contrario, i Paesi con un cuneo fiscale inferiore – di circa il 30% o al di sotto – sembrano avere una migliore esperienza di lavoro. Nel Regno Unito e negli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione è appena al di sopra del 5%. In Giappone e Corea è circa il 3,5%, e in Messico e Cile 5-6%.

Il rapporto ribadisce chiaramente la necessità, indicata anche dalla Commissione europea, di tagliare il cuneo fiscale, le tasse sul lavoro che frenano le assunzioni. Il nostro posto nella classifica del Paying taxes 2016 conferma che la priorità per l’Italia deve essere il taglio deciso e consistente del cuneo fiscale con l’obiettivo di portare l’Italia almeno entro la media della zona europea.

Politica permettendo………

Studio Pucci Associati