Che cos’è la cedolare secca?

La “cedolare secca” è un regime facoltativo, una sorta di tassazione alternativa all’ Irpef ed alle addizionali che si concretizza con il pagamento di un’imposta sostitutiva per il reddito derivante dall’immobile e che consente di non pagare l’imposta di registro e l’imposta di bollo, dovute generalmente per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione. Tuttavia, qualora il contratto venga “ceduto”, si è tenuti al pagamento dell’imposta di registro. L’applicazione di tale regime avviene per tutta la durata del contratto o dell’eventuale proroga, salvo la facoltà del locatore di recedere dall’opzione nelle modalità e nei tempi previsti dalla legge.

Chi può scegliere questo regime?

Possono usufruire di questo regime le persone fisiche titolari del diritto di proprietà che non concedono in locazione i propri immobili ad attività di impresa o di arti e professioni ed in possesso di immobili appartenenti alle categorie catastali da A1 a A11 ad eccezione dell’A10 (studi ed uffici privati).

Che cosa implica la cedolare secca?

La scelta di questo regime facoltativo impone la rinuncia di chiedere, per tutta la durata del contratto, l’aggiornamento del canone di locazione, anche se previsto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo.

La circolare n° 26 del 2011 dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che è possibile scegliere tale opzione anche quando il locatore concede in affitto solo una porzione dell’immobile, come ad esempio una stanza ad uno studente universitario. Se vengono date in affitto più porzioni dello stesso immobile a persone diverse, l’adozione del regime di cedolare secca per un contratto obbliga anche gli altri ad adottarlo. Il proprietario è tenuto ad avvertire anticipatamente il conduttore, mediante lettera raccomandata, di voler optare per tale regime fiscale e così facendo rinuncia all’aumento del canone di locazione a seguito di aggiornamento ISTAT.

Studio Pucci Associati